Suor Carla (Dirce) Stoppa, donna amabile e gioviale

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Dirce Stoppa nasce a Milano il 1° agosto 1917. Il 10 maggio 1938 a Genova, in Casa-madre, veste il saio francescano delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto, prendendo il nome di Maria Carla di S. Antonio, e il 15 maggio 1940 emette i Primi Voti a Loano. Il 18 ottobre 1945 a Genova fa la Professione Perpetua. Muore a Bergamo il 13 aprile 2020.

La piccola Dirce, rimasta orfana di madre in giovane età, seppe elaborare bene questo lutto perché, anche se il padre l’affidò all’orfanatrofio delle suore di Betlem, rimase una persona solare, gioiosa, che sapeva rallegrava sempre tutti col suo modo di fare dolce e simpatico …potremmo dire che era un altro “fra Giocondo”. I disegni di Dio sono sempre unici, e in questo orfanatrofio la seguiva una nipote di P. Celso di Uboldo, frate cappuccino che la nostra Fondatrice conobbe in Brasile, che offrì la sua vita per un suo confratello, morto successivamente nell’eccidio di Alto Alegre.
Avendo conosciuto le Suore Cappuccine, Dirce, si sentì attratta dal Signore a seguirlo in questa famiglia religiosa Francescana nella quale, dopo gli anni di Formazione, fece tutto il cammino fino alla Professione solenne.
A Biumo Superiore (Va) Sr. Carla educò con amore molti bimbi della scuola materna e la gioventù in oratorio e, per diversi anni, collaborò con sr. Barberina Trecchi nel laboratorio di taglio-cucito. In questa fraternità svolse anche il servizio di Superiora.
Aveva il dono della nota poetica: le piaceva molto scrivere e raccontare poesie, soprattutto nelle feste, nel suo amato dialetto milanese: tutte noi ricordiamo almeno quella del panettone, “Pan del Tone”, fatto per sbaglio buttando dell’uvetta nella farina, e che poi risultò una grande scoperta divenendo una specialità natalizia. Sapeva tessere elogi di tante persone, suore, frati, sacerdoti, laici, sposi, papà, bimbi, missioni, delle quali ci ha lasciato una bellissima raccolta.
Troviamo Sr. Carla a Sanremo e, per vari anni, anche ad Albenga dove amò teneramente, come una madre, le bimbe dell’orfanatrofio della Madonnina del Tembien, dato che lei stessa aveva provato cosa significasse non avere una famiglia. Visse alcuni tempi anche a Sambughè (Tv) e a Roma (Tor Tre Teste).
A Milano, in Via Giason del Maino, oltre all’ambulatorio, dove faceva le iniezioni a chiunque avesse bisogno, col suo modo di fare sapeva andare oltre, per sanare tante ferite,e non solo quelle del corpo. Ancora oggi molte persone la ricordano per il tanto bene ricevuto. E in silenzio, senza farsi notare, come vera figlia di Madre Rubatto, visitava tante famiglie nelle loro case, soprattutto persone anziane e malate che la ricordano con affetto e riconoscenza; Sr. Carla amava riscaldare il loro cuore con le sue attenzioni e portava loro spesso, con fede, il conforto dell’Eucarestia.
Tutto questo ci dice come veramente siamo chiamate ad essere “il volto di Dio nel mondo”, in quel piccolo angolo della terra dove Lui ci ha seminato. Amava molto anche il mare e d’estate, fin quando le è stato possibile, andava a Loano a fare qualche nuotatina.
Poi la malattia e l’anzianità avanzarono rapidamente con i loro innumerevoli acciacchi fino a condurla nello splendore del Cielo dove oggi avrà ritrovato i suoi cari e amati genitori e continuerà a cantare con gli angeli, con gioia al Signore, le sue lodi in rima.
Cara Sorella ultracentenaria, grazie per il prezioso dono della tua vita, memoria storica di un popolo, vissuta serenamente e lungamente, nonostante abbia attraversato due guerre mondiali, arricchendo sempre molti in umanità e fede. Ora aiuta anche noi ad essere persone “che sanno donare gioia e speranza” nel nome di Dio, soprattutto in questo tempo così carico di dolore e sofferenza.
Sr. Carla riposa nel Cimitero di Varese.

Suor Loredana Tiraboschi
Superiora Provinciale

Milano, 14 aprile 2020

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