Confederación Latinoamericana de Religiosos – CLAR
21 Marzo 2021Desde el Santuario: domingos de cuaresma
24 Marzo 2021Caterina nasce a Pontevico (Bs) il 12 settembre 1931. Nel 1954 entra nell’Istituto delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto a Genova. Emette i Primi Voti a Loano il 7 ottobre 1956 e la Professione perpetua a Genova l’8 ottobre 1961.
E’ morta a Varese – Casetta Verde il 23 marzo 2021.
Caterina proveniva da una famiglia di contadini che, soprattutto nel tempo della Prima guerra mondiale (1915-18), avendo la grazia di poter lavorare nei campi, riuscivano ad avere un po’ di grano da portare al mulino per fare la farina della polenta e sfamare così tutta la famiglia. In quei tempi si utilizzava tutto, anche il fogliame del grano, con cui facevano i materassi. Non avevano molto, ma nessuno si lamentava ed erano felici; avere un paio di zoccoli era una ricchezza!
Sua madre, donna saggia ed avveduta, mandò Caterina ad imparare a cucire dalle Suore Canossiane (dove aveva due zie), lì frequentò le scuole elementari e la scuola di taglio e cucito. Le sue zie suore, dopo averla seguita, le avevano detto apertamente che aveva la vocazione, e Caterina diceva che il Signore le ha sempre voluto bene perché era retta e semplice. Non si sentiva portata al matrimonio e una volta, confessandosi da un frate, questi le fece molte domande sulla sua vita. Poi andò a servizio da una signora e qui incontrò Padre Emiliano ofmcap, al quale chiese consiglio sulla sua chiamata; lui le disse: “Prega e, come la Madonna, cerca la volontà di Dio; se il Signore ti vorrà suora te lo farà capire”. Un giorno questo frate l’accompagnò alla “Clinica del Prof. Noto” di Bergamo dove c’erano le Suore Cappuccine. A quel tempo c’erano: sr. Francesca Galli come Superiora, sr. Dalmazia Nozza, che faceva catechismo in Parrocchia, sr. Lucia della Torre e sr. Maria degli Angeli Persico che lavoravano in guardaroba. Qui Caterina intuì subito che era il suo posto e che Gesù la chiamava in questa Famiglia religiosa.
Questa Sorella, dopo i primi anni formativi vissuti in Liguria, si mise subito a servire tutti senza risparmiarsi. Non badava a fatiche (giorno e notte), specie quando servì le nostre Sorelle malate sia a Ge-Quarto che a Varese. Come infermiera e responsabile dell’Infermeria, le curava come le “spose del gran re”, le custodiva come “gioielli preziosi” nella certezza che “ogni cosa fatta al più piccolo era fatta a Lui”. Sapeva collaborare molto bene anche con le Sorelle che l’aiutavano, specie con sr. Vittoria Berra e sr. Emanuela Ghigliotti.
Sr. Ermenegilda, donna semplice e serena, in tutti i luoghi dove è vissuta ha avuto modo di assistere per lo più i malati: Loano, Genova, Voltri, Pietra Ligure, Ventimiglia, Oneglia, Levanto, Roma, Albenga. Si faceva voler bene da tutti, tutti si sentivano amati, giovani, Suore, laici; aveva una buona parola per ciascuno e sapeva intrattenersi sia con i piccoli che con i grandi, con persone colte o semplici. Donna umoristica, amava scherzare per rallegrare le Suore e godeva di tutto, specie in Assisi: della Lectio Divina, degli incontri coi laici rubattiani e con la “fraternità e Parola”. Era una vera “formichina” e, nonostante l’età, sapeva arrivare dappertutto. Aveva tante attenzioni e delicatezze verso tutti, amava coltivare anche l’orto, soprattutto gli aromi per dare buon sapore ai cibi, così che le Sorelle li potessero gustare di più. Essendo capace di cucire, spesso in segreto e di nascosto, con grande pazienza rammendava e sistemava tutto, specialmente gli indumenti delle altre Sorelle.
Quando, soprattutto dopo diverse cadute, fu costretta a letto, non perdeva tempo e pregava con “Radio Maria”, godendo nell’apprendere ancora tante cose belle e nuove, che poi sapeva condividere alle giovani in formazione o alle Sorelle della fraternità.
Un giorno mi disse in confidenza: “Ricordati che il Signore ci chiede di amare tutti, in particolare chi ci vive accanto, ma COME Lui ci ha amato; qui sta la differenza!”. In alcune fraternità, con amore di madre, svolse il servizio di Superiora, attenta soprattutto alle figlie più delicate. Dopo aver assistito suo fratello e sua sorella con grande amore, in pochi anni, venne privata del loro affetto.
Con profonda gratitudine e riconoscenza, nella festa del suo 60.mo di consacrazione, con commozione e tremore disse: “Rinnovo la mia consacrazione a te Signore, concedimi di seguirti sempre con docilità e fedeltà per tutto il resto della mia vita, confidando nella Tua grazia e bontà di Padre”.
In questi ultimi anni, mi confidò: “Madre, sono arrivata al capolinea, ora portami pure a Varese”. E come tante altre nostre Suore sante conosciute, un giorno mi disse che, pian piano, stava salendo i gradini della scala che porta al Cielo.
Così vicine ormai alla Pasqua di Resurrezione, hai voluto andare a celebrarla in Paradiso in compagnia di Maria e di tutti i santi.
Grazie, cara sr. Ermenegilda, per il dono della tua vita, spesa come profumo d’incenso per tanti, fino alla fine; come la nostra cara Serva di Dio sr. Edda Roda, tua compaesana. Come desiderava tanto Madre Francesca, il tuo esempio sia specchio di virtù per tutte quelle giovani che il Signore vorrà mandare alla nostra cara Comunità.
Riposa nel Cimitero di Pontevico (Bs).
Suor Loredana Tiraboschi
Superiora Provinciale
Milano, 23 marzo 2021