Suor Onorina (Giuseppina) Todeschini, donna semplice, solare e generosa

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Giuseppina nasce a Berbenno (Bg) il 14 ottobre 1929. Entra nell’Istituto delle Suore Cappuccine di M. Rubatto dove veste l’abito cappuccino il 30 aprile 1955 con il nome di sr. Onorina di S. Luigi. Emette i Primi Voti a Loano il 1° maggio 1957 e fa la Professione perpetua a Genova il 1° maggio 1962.
Muore nella Clinica S. Francesco a Bergamo il 3 marzo 2020.

La giovane Giuseppina crebbe in una famiglia molto credente e, dopo aver ascoltato la voce del Signore, con gioia accolse la chiamata a seguirlo più da vicino nella Vita consacrata tra le Suore Cappuccine di Madre Rubatto. Dopo i primi anni formativi, sr. Onorina ha saputo vivere il quotidiano in modo straordinario e la ferialità con letizia in semplicità francescana.
Esperta nell’arte culinaria, nel 1959 si specializzò con il massimo dei voti in Maestra cuciniera, con generosità svolse il servizio di cuoca per tutta la vita. In ogni luogo dove è passata, dall’Ospedale di Alzano Lombardo a Genova, da Milano via Giason del Maino alla Clinica S. Francesco di Bergamo, fino a Casa Immacolata di Varese, con amore e senza far rumore, era solita preparare gustosi pranzetti per rinvigorire le membra di tutti, suore ed ospiti. Il pane a treccia e la pizza erano le sue specialità di cui soprattutto, ma non solo, le Novizie andavano ghiotte.
Donna di grande umanità, umile, sorridente, di pace, amante della vita, era attenta a tutte e sapeva sdrammatizzare i problemi. Ricca di valori e virtù, sr. Onorina aveva una nota umoristica per ciascuno: piccoli e grandi. Per rallegrare le sorelle, soprattutto a ricreazione, traeva con gusto dal giornalino “Allegria” qualche barzelletta che facesse “buon sangue”, così da sollevarle al termine della giornata dalle loro fatiche.
Questa sorella soffrì molto per i suoi cari familiari e soprattutto per la scomparsa improvvisa della sorella gemella Angela che, come una formichina nascosta, fu un valido aiuto nella Casa di riposo di Varese. Carissima sr. Onorina, siamo certe che oggi in Cielo, oltre a Gesù e a Maria, l’avrai già abbracciata insieme ai tuoi cari. Inoltre patì per il grave incidente accaduto ad un fratello che viveva in Svizzera: in questi ultimi anni avrebbe desiderato vederlo ancora una volta, ma non si sentì di affrontare il viaggio così lungo.
Negli ultimi tempi “frate corpo” andava affievolendosi tanto da costringerla in carozzina: non solo accettò serenamente la nuova situazione in modo ammirevole, ma a Gorle, appena poteva, scendeva ancora in cucina per dare il suo contributo nel pelare patate e mele. Sr. Onorina è sempre stata un bell’esempio per tutte, ma in vecchiaia ancor di più perché ha saputo accogliere questa tappa della vita come un dono. Lei stessa riconobbe una “grazia di Dio” saper accettare tranquillamente acciacchi e infermità come il Signore li mandava. Il trucco c’era però, perchè ogni giorno chiedeva al suo sposo Gesù fede, coraggio, bontà e amore per accogliere tutto senza pretese, e ringraziare le Sorelle per l’aiuto che con carità le offrivano.
Sr. Onorina, lieta di appartenere a Dio, amò molto le Suore della fraternità; era contenta quando vedeva che si volevano bene e spesso diceva che la nostra forza era l’AMORE. Infatti, qualche anno fa, consapevole di non poter restare a Gorle, a malincuore lasciò le Sorelle per passare al V Piano della RSA di Bergamo.
Religiosa dagli orizzonti aperti, con saggezza sapeva dare una buona parola a tutti, specialmente alle consorelle:
• Alle giovanissime che si trovano all’inizio del cammino suggeriva di fare bene passi giusti, pensando a quello che facevano perché la vita è lunga, le esperienze sono tante ma la vocazione è un grazia di Dio che cresce nella fede, nella preghiera e col buon esempio.
• Per quelle giovani, spontanee e ricche di talenti, chiedeva al Signore che le aiutasse in tutti i momenti della loro vita e le ammirava per il loro impegno a far conoscere il Vangelo e l’amore del Signore; era certa che il buon seme gettato sarebbe germogliato.
• A quelle di mezza età, piene di vita e futuro dell’Istituto, augurava di andare in Parrocchia a fare catechesi e aiutare i poveri. In pratica le invitava a donare la vita agli altri, precisando però che anche loro avevano bisogno di essere accolte, ascoltate ed incoraggiate.
Giunta al traguardo del 60° anniversario di Vita religiosa, volle ringraziare di cuore il Signore per il grande dono della vocazione ricevuta e per il buon esempio avuto da tante sorelle. “GRAZIE!” è stata la sua ultima parola. Quando visse momenti difficili, pensava spesso alle gioie e fatiche affrontate da Madre Francesca e da tutte quelle Suore sante che aveva incontrato, come sr. Coletta che era la semplicità in persona. Anche quando parlava della Madre Fondatrice le brillavano gli occhi di bontà e serenità.
Carissima, oggi la Madonna della “Cornabusa”, che tanto hai amato fin da ragazza con la tua gente, ti avrà accolto in Cielo e presentato al suo Gesù. Sr. Onorina, aiuta anche noi a vivere con serenità ogni momento della vita, sia quelli gioiosi che quelli meno, certe che Dio non perde nulla, anzi utilizza tutto per la salvezza delle anime. Grazie, ora in Paradiso continua a pregare per la tua cara Comunità e per i tuoi cari come hai fatto tante volte qui in terra.
Sr. Onorina riposa nel Cimitero di Bergamo.

Suor Loredana Tiraboschi
Superiora Provinciale

Milano, 4 marzo 2020

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