Chiamati a passare dal buio della morte alla luce della Vita!

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Carissimi fratelli e sorelle,

il Dio della speranza ci doni gioia e pace!

senza la Croce non c’è Resurrezione, Croce e gloria sono strettamente unite: “quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me” (Gv 12).  Gesù ci rivela il volto di Dio, nella misteriosa via della Croce, nelle tenebre della sofferenza e del dolore ci invita ad uscire dai nostri ragionamenti umani per entrare nei suoi disegni d’amore dove  Cristo Crocifisso ha preso su di sé il dolore del mondo per riconciliarlo al Padre e riportarlo nella gioia eterna: “Dio ha tanto amato il mondo da mandare suo Figlio come vittima di espiazione dei nostri peccati” (Rm 5,6). Per questo Gesù si consegnò nelle mani del Padre. Gesù è andato incontro alla morte per ridare senso alla vita: “chi non prende la sua croce e non mi segue non è degno di me, solo chi avrà perduto la sua vita per causa mia la troverà” (Mt 10,34), la logica evangelica ci dice che “se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”.

Tutto questo Madre Francesca l’aveva capito molto bene. “Scelse con Gesù la via della Croce”, affermò il suo direttore spirituale, il can. Giuganino, tanto che, nelle fatiche dei primi tempi, si augurava non tanto di “portar via la crocema almeno da poter vivere con un po’ di tranquillità di spirito” (Lett MF 1).  A ciò esortava sempre anche le sue figlie: “tenetevi strette alla croce di Gesù...il buon Gesù che vi proponete di seguire nella via del Calvario possa restare contento delle sue seguaci” (Lett MF 165); siccome “in ogni paese ci sono spine e dolori, solleviamo il pensiero al cielo” (Lett MF 181) perché la Croce apre la porta del Cielo. “Gesù vi benedica e vi faccia risorgere a nuova vita spirituale” (Lett MF 405). 

Ciò disse anche Gesù ai due discepoli di Emmaus, aprendo loro gli occhi con le Scritture: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?. E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc 24,25). Come diceva anche il servo di Dio Shahbaz Bhatti: “il nostro posto è ai piedi di Gesù”, anche se metterci sotto la Croce, significa rinnegare noi stessi per aderire a Dio, entrare nella sue logiche e lasciarci portare dove Lui vuole…passando per la porta stretta (Mt 7,13), salire con Lui a Gerusalemme ma per risorgere (Mc 10,32) e proclamare col Centurione: “Costui era il Figlio di Dio”  (Mt 15,22). Gesù, trova la forza di affrontare la morte, per il grande rapporto d’amore che ha col Padre, e Dio Padre, nella prova, nell’offerta della sua vita, non lo abbandona: “nei giorni della sua vita terrena Egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì” (Eb 5,7).

Carissimi fratelli e sorelle, siamo chiamati ad obbedire a Gesù, a superare la mentalità di questo mondo che esalta l’individualismo e l’autosufficienza per affidarci a Dio proclamando con Papa Paolo VI, nelle notti della fede: “Tu ci sei necessario”. Compito di tutti i cristiani, come quello delle prime donne al sepolcro, è testimoniare che “il Crocifisso è Risorto” (Mc 16). Il Risorto è il Vivente che ci chiama a portare il Vangelo ad ogni creatura, a proclamare che il buio della notte ha lasciato spazio alla luce della vita nuova, speranza per tutti coloro che credono: “il Figlio dell’uomo deve soffrire molto ma il terzo giorno risorge ” (Lc 9,22). Questo supremo atto d’amore di Cristo ha cambiato la storia, ha dato senso ad ogni sofferenza perché Lui è venuto per salvare il mondo… e renderci una cosa sola, perché il mondo creda (Gv 12,17).

Carissimi, con Papa Francesco vi dico: “Non fuggiamo dalla Risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada» (EG 3) e come figli della luce sappiamo essere persone che seminano speranza. Continuiamo a camminare nello Spirito per essere persone risorte che sanno avere compassione di tutti.

Buona Pasqua!

                                                                              Suor Loredana Tiraboschi                           

                                                                                   Superiora Generale        

Roma, 9 aprile 2023                                                      

 
 
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