Serva di Dio Edda Roda
Serva di Dio Edda Roda
Suora Cappuccina di Madre Rubatto
Leno, Brescia, 30 ottobre 1940 – Bergamo, 16 giugno 1996
Edda Roda nacque a Leno, in provincia di Brescia, il 30 ottobre 1940. Dopo aver interrotto gli studi per motivi di salute, si diplomò in seguito come infermiera e conobbe, presso la Clinica San Francesco di Bergamo, le Suore Cappuccine di Madre Rubatto. Decise di entrare nell’Istituto e iniziò quindi il noviziato nel 1960 e assunse il nome religioso di suor Adalberta della Santissima Trinità; in seguito, dopo il Concilio Vaticano II, riprese il suo nome di Battesimo. S’impegnò particolarmente nella catechesi e nelle missioni al popolo, senza far trasparire le sue lotte interiori e le incomprensioni che le derivavano anche dal suo precario stato di salute, soggetto a crolli fisici. Nell’agosto 1995 le fu diagnosticato un cancro all’utero, che sopportò mettendo tutta la sua fiducia in Dio. Dopo un periodo di cure a Genova, chiese di essere trasferita in Clinica San Francesco, a Bergamo dove morì il 16 giugno 1996, a 55 anni; la sua salma ora si trova nella Cappella della stessa Clinica. Il 23 settembre 2017 è iniziata la fase diocesana della sua causa di beatificazione, presso la diocesi di Bergamo.
Infanzia e famiglia – Edda Roda fu battezzata coi nomi di Edda Maria Caterina il 10 novembre 1940, nella chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo a Porzano di Leno. I suoi genitori, Guerrino (di professione fornaio) e Cecilia Capelli, ebbero altri due figli, Angela e Giuseppe, e pochi mesi dopo la nascita della primogenita si trasferirono a Bagnolo Mella, sempre nel Bresciano.
La madre divise i servizi di casa tra i figli: Giuseppe riforniva di legna la stufa, mentre Angela barattava i prodotti dell’orto oppure procurava dei lavori da sarta per la mamma. Edda, invece, era alle sue dirette dipendenze; aveva un carattere taciturno e diffidente ma era anche disponibile ad aiutare gli altri. Il 18 aprile 1948 ricevette la Prima Comunione nella chiesa arcipretale della Visitazione a Bagnolo Mella, lo stesso luogo dove, il 17 settembre 1950, le fu impartito il Sacramento della Cresima.
Istruzione, “conversione” e vocazione – A quindici anni, Edda iniziò a frequentare la Scuola Statale di Avviamento Professionale; tuttavia, nel secondo trimestre del secondo anno, dovette ritirarsi per motivi di salute. Una data fondamentale del suo percorso di fede fu l’11 settembre 1955, indicata sul suo diario come quella della sua “conversione”; indicò anche l’ora: 21.18. Conseguì nel luglio del 1959 il diploma di Infermiera Generica presso l’Ospedale di Seriate poi andò a lavorare alla Clinica San Francesco di Bergamo. Qui conobbe le suore Terziarie Cappuccine di Loano (dal 1973 Suore Cappuccine di Madre Rubatto) e comprese di essere chiamata a farsi religiosa nella loro congregazione.
Tra le Cappuccine di Madre Rubatto – Iniziò il probandato il 24 dicembre 1959 nella casa di Genova. Come programma di vita scelse quanto le aveva consigliato il padre spirituale, padre Gianalberto: «Servire Dio in un atto d’amore completo donandomi senza riserve alle intenzioni dei Superiori». Il 12 giugno 1960 entrò nella casa di Loano per il noviziato. Compì il secondo anno di noviziato a Genova ed emise i primi voti il 2 ottobre 1962 a Loano. Il primo incarico di suor Adalberta fu quello di aiuto nell’Economato della Clinica di Bergamo: per questo motivo, le fu chiesto di frequentare un corso di specializzazione in Qualificazione di calcolo meccanico e contabilità meccanizzata. Nel 1967, a Varese, riprese il diploma della scuola di avviamento professionale, che aveva interrotto a quindici anni; si diplomò tre anni dopo.
Incompresa da alcune consorelle, amata dal popolo – Già nel 1963 percepiva giudizi e disapprovazioni, chiedeva a Dio di benedire i suoi superiori, ma interiormente viveva una grande sofferenza. «L’anima mia è stanca», scrisse nel diario, «quante ore come queste in cui sento il bisogno estremo di Te, mi sento tanto sola, la mia miseria quasi mi opprime, ho paura. Che lotta!». Il 16 ottobre 1967 suor Adalberta professò i voti perpetui. Dal 1966 al 1973 fu ricoverata nella Clinica San Francesco: la diagnosi era di «sindrome astenica», che le procurava crolli fisici e cali d’umore. Quando fu nella casa di Genova, ebbe il compito di seguire le missioni al popolo in collaborazione con altre realtà: visitava le famiglie, organizzava incontri di preghiera e, in particolare, sapeva consolare chi viveva situazioni dolorose. Era capace di citare interi brani della Scrittura a memoria, specie delle lettere di san Paolo. Per la sua chiarezza nello spiegare la Parola di Dio, molti fedeli e sacerdoti restavano affascinati e chiedevano di restare in contatto con lei a livello epistolare.
Il rapporto col direttore spirituale – Dal 1977 suor Edda fu guidata da don Antonio Zennaro. A lui confidava le sue pene, ma anche la gioia che le derivava dal suo stato di missione permanente. Così gli scrisse nella lettera del 20 aprile 1987: «Prega perché possa essere sempre portatrice di pace ai fratelli che avvicino, mi sento tanto piccola in confronto alla missione che il Padre Buono mi ha affidato e vorrei tanto essere docile alla grazia dello Spirito per essere una lode pura del Padre in Cristo».Nel diario, alla data del 10 gennaio 1990, annotò invece: «Comunico al mio Padre spirituale la ferma decisione di farmi santa e chiedo di aiutarmi fortemente. Padre Antonio dopo avermi chiesto che cos’è per me la santità, mi conferma dicendomi: Sì, è vivere nell’amore istante per istante la volontà del Padre in umiltà, trasparenza e totale disponibilità, tutto nell’unione con Dio: perciò silenzio di raccoglimento, lode, adorazione, contemplazione».
La malattia – Nell’agosto del 1995 suor Edda si sottopose ad alcuni accertamenti medici: le fu diagnosticato un carcinoma uterino, ormai in stadio avanzato. La sera stessa, a cena, riferì la diagnosi alla Superiora della casa di Genova, con voce calma e serena. L’indomani fu ricoverata in ospedale, poi, dal 16 febbraio 1996, visse nell’infermeria della casa di Genova-Quarto. Le consorelle non la videro mai lamentarsi, anche se sul suo viso si notavano i segni della sofferenza. Un giorno fu portata al mare e, dopo alcuni istanti di silenzio, disse: «Quanto è grande e maestoso il nostro Signore, domina tutto, anche il flusso delle onde: come può dimenticarsi di noi?».
La morte – Chiese lei stessa di essere portata in Clinica San Francesco, perché sentiva che stava per giungere il momento della morte. Anche lì colpì il suo atteggiamento tranquillo e la capacità che aveva di ascoltare gli altri malati terminali. Il 16 giugno 1996 giunse al limite. Due ore dopo una toracentesi, dalla quale uscì solo sangue, in silenzio, suor Edda morì; aveva 55 anni. Fu sepolta nel cimitero comunale di Bergamo.
La fama di santità e l’avvio della causa di beatificazione – In seguito emersero giudizi positivi sulla sua persona, relativi anche alla vita comunitaria e ai piccoli servizi che svolgeva senza tirarsi indietro, cercando di trovare sempre i lati positivi delle altre sorelle della comunità. Per questo motivo e per la fama di santità che aveva continuato ad accompagnarla, le Suore Cappuccine di Madre Rubatto hanno chiesto e ottenuto che si procedesse ad avviare la sua Causa di Beatificazione, per l’accertamento dell’eroicità delle sue virtù. Il Processo diocesano si è concluso il 16 giugno 2018 a Bergamo. Ora il tutto è nelle mani della Congregazione Cause dei Santi a Roma per continuare il cammino.
Padre Onnipotente e misericordioso
sull’esempio della Serva di Dio,
Suor Edda Roda, tua vera figlia,
concedici di vivere nella fedeltà
alla vocazione che hai dato a ciascuno.
Gesù, Figlio amato,
fa che, imitando Suor Edda,
tua zelante discepola,
diveniamo anche noi missionari di amore
e di pace nelle nostre comunità.
Spirito Santo,
fonte di consolazione e di speranza,
scendi con abbondanza su di noi affinché,
imitando la docilità di suor Edda
nelle prove della vita,
diffondiamo la luce e la sapienza
del Vangelo a tutta l’umanità.
Trinità Infinita,
per intercessione della tua Serva suor Edda,
concedici la grazia
che umilmente ti chiediamo
(viene formulata un’intenzione di preghiera). Amen. Tre Gloria al Padre.
Per segnalare grazie ricevute informare sr. Silvia Civillini, Vicepostulatore 3332792702 – civillini1@alice.it