L'amore per la Chiesa


 

AMORE PER LA CHIESA

Nel Capitolo 1 della Regola di San Francesco al n° 3 si legge: “I fratelli e le sorelle promettono obbedienza e riverenza al Papa e alla chiesa cattolica”.
Nel Capitolo IX della Regola al n° 29 si legge: “…esaltino il Signore nelle loro opere, poiché Egli li ha inviati per il mondo intero a testimoniare la sua presenza con la parola e con le opere e perché facciano conoscere a tutti che non c’è altro onnipotente fuori di lui”.
Queste parole sono presenti nella vita di Madre Francesca fin dalla sua giovinezza quando a Torino si recava al Cottolengo per servire i poveri più deboli e disprezzati, come volontaria visitava i carcerati e come catechista collaborava con Don Bosco. Fondando una nuova Comunità nella Chiesa secondo lo Spirito francescano-cappuccino Madre Francesca non la vuole limitata solo a Loano ma desidera una congregazione che abbracci tutti i rami della carità e che si estenda in tutto il mondo.
Con queste parole animava le sue figlie: “… pregate e faticate molto nel campo che il Signore vi ha preparato, fatevi tanti meriti pensate che questa vita presto passa e non ci resterà davanti a Dio che le buone opere fatte con retta e santa intenzione” (Lett. MF n° 838).
Madre Francesca manifestava il suo amore alla chiesa nell’obbedienza, nel fiducioso rispetto ai suoi superiori: Padri Cappuccini, Vescovi, Papa, come leggiamo nelle sue lettere. Nella lettera n° 47 leggiamo: “La cura che la Paternità Vostra Rev.ma si prese del nostro caro istituto e delle nostre costituzioni mi fa sperare molto bene e un buon esito per l’approvazione delle stesse. Che il Signore coroni e benedica le sue fatiche. Intanto io da laggiù la terrò coscienziosamente informata delle cose”.
“Nelle nostre preghiere l’assicuro Rev.mo ed Ottimo Padre che la teniamo presente pel dovere grande che abbiamo verso tanta sua bontà e carità; ed ella, che tanto bene ci ha già dimostrato si degni di tenerci sempre in conto di Sue figliole, e come tali ci raccomandi al Signore, e specialmente la mia povera persona affinché possa essere alla Comunità di aiuto e di buon esempio come vuole il Signore” (Lett. MF n° 52).


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